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Come il leprotto di Pasqua ricevette aiuto.

La primavera non si decideva ad arrivare. Il cielo era coperto da grossi nuvoloni grigi e nemmeno un raggio di sole arrivava sulla terra. Da tempo i bucaneve avevano annunciato la primavera, ma l'inverno. . . l’inverno voleva che la neve rimanesse sul margine del bosco ancora per un bel po'. Sotto il vecchio salice, vicino al ruscello, era accucciato un leprotto di Pasqua.  Era triste, lasciava penzolare le orecchie e guardava scoraggiato la sua cesta, piena di uova da colorare. Ogni tanto annusava l'aria; . . . forse. . . .forse .. aspettava qualcosa!

Mancavano pochi giorni a Pasqua ed il leprotto doveva ancora colorare tutte le uova della cesta. Come poteva farlo? Gli mancavano i colori.......

Arrivò volando un uccellino.

"Dimmi, leprotto, perché sei così triste?" cinguettò l'uccellino. "Come faccio a non essere triste? Fra pochi giorni è Pasqua e non ho i colori per le uova", rispose il leprotto.

"Caro leprotto, ti voglio aiutare. Volerò in alto nel cielo e pregherò il sole di splendere. Tirilì, tirilì" trillava l'uccellino e volò in alto, sempre più in alto, finché il leprotto non riuscì più a vederlo."Tirilì, tirilì, il sole, le nuvole e l'arcobaleno ti aiuteranno. Abbi un po' di pazienza, domani andrà tutto bene ".

Il leprotto prese la sua cesta di uova e si nascose nel tronco cavo del salice. Guardava il cielo, pieno di fiducia. Poi si addormentò.

Il giorno dopo pioveva. Il leprotto era tutto bagnato. Impaziente saltellava di qua e di là. "Come andrà a finire ?" si chiedeva.

All'improvviso il sole si affacciò fra le nuvole e mandò i suoi raggi sulla terra. Mentre il leprotto scuoteva il pelo bagnato, un arcobaleno dal cielo si curvò verso la terra, con i suoi vivi colori.

"Tirilì, tirilì," cantava gioiosa l'allodola, "Corri leprotto, corri con la tua cesta e prendi i colori dell'arcobaleno, quanti te ne servono ".

Il leprotto, tutto bagnato, prese la cesta e corse, corse attraverso i campi, sempre verso l'arcobaleno. E non era facile con una cesta di uova così pesante!

Finalmente raggiunse l’arcobaleno, proprio là dove toccava la terra. Vicino all’arcobaleno c’era un piccolo elfo, che aspettava proprio il leprotto di Pasqua.

Il leprotto riprese fiato, poi cominciò il suo lavoro ed il piccolo elfo lo aiutò con impegno. Presero un po’ di tutti i colori dell’arcobaleno e dipinsero, dipinsero, finché tutta la cesta fu piena di uova colorate: viola, celesti, verdi, gialle, arancioni e rosse. Allora l'arcobaleno tornò lentamente nel cielo ed anche il piccolo elfo sparì.

Il leprotto si guardò attorno meravigliato, ma aveva fretta e tornò di corsa al suo albero.

Il giorno di Pasqua le uova nascoste dal leprotto avevano colori vivi e luminosi ed i bambini ridevano e cantavano di gioia.

Il leprotto stava seduto nel cavo del salice vicino al ruscello e annusava allegramente l'aria. L’allodola cantava il suo canto di primavera.

Il leprotto di Pasqua ringraziò l’allodola, le nuvole, il sole, l'arcobaleno ed il piccolo elfo per il loro grande aiuto.                     

 

Um Ostern mit Kindern- Maja Peter- Traduzione di Ruth Nardini


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